Come ogni mattina, Franz Kafka si reca nel suo ufficio di impiegato assicurativo, ma questa volta alla sua scrivania trova seduto uno sconosciuto. Una situazione degna dei suoi romanzi. Lo sconosciuto gli rivolge domande allusive, inquietanti, e si dilegua minacciando di tornare presto. Nessuno, nell'edificio delle assicurazioni, lo ha visto né entrare né uscire.
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Cercando di non pensare all'accaduto, Kafka si rifugia a casa, in via degli Alchimisti, dominata dalla mole possente del Castello. Qui cede alle insistenze della chiaroveggente Zelenda, sua vicina, che vuole leggergli il futuro, nel quale riconosce oscuri presagi. Il giorno dopo Zelenda è scomparsa, e Kafka teme per la sua vita. Investigando nel sottobosco di indovini e occultisti incontra Karolina Kor, seducente alchimista, dalla quale viene a sapere che la pietra filosofale, creata secoli prima proprio in uno dei laboratori segreti di via degli Alchimisti, pare essere stata ritrovata. In tanti ritengono che Kafka sappia come raggiungerla e sono pronti a tutto per impossessarsene. Tra scetticismo della ragione e inconfutabili magiche alchimie, il grande scrittore si mette sulle tracce della mitica pietra filosofale.