Angiolina ed Elisenda. Appartengono a loro, le due vite dentro la cittadella della follia, il manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia. Due anime, due voci che si raccontano, ciascuna a modo proprio. Elisenda è solo una bambina, figlia della miseria, della dittatura, del potere e della rassegnazione.
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Entra alla Ca' di pom a causa di una violenza, lo stupro subìto dal padrone del podere di famiglia, che ne ha generata un’altra: l’annegamento del bambino nato da quell’abuso. Angiolina è un’infermiera, asservita all’obbedienza paterna e alla dolorosa ricerca di un figlio che non arriva. Desiderosa di riscatto dall’ignoranza e dalla sottomissione, lo trova nella conoscenza, nello studio, e nell’ambizione di migliorare la propria esistenza e quella dei malati mentali. Due voci che ripercorrono, dolorosamente ma con forza e coraggio, la storia della psichiatria e dei manicomi prima della riforma Basaglia.