«Ho imparato da Sendak, Ungerer e Gorey che nella letteratura per ragazzi non ci sono limiti di sorta. Indecenza, impertinenza, brutalità sono aspetti ineliminabili».
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Ed è all?insegna di questo motto che si compone il suo originalissimo alfabeto delle bambine, che senza alcuna pretesa di dare lezioni, raffigura le loro istintive bizzarrie, le instancabili fantasie, le paure, e perché no, le loro implacabili cattiverie. Le bambine di Heidelbach hanno le idee chiare (qualcuna aspira a diventare papa, qualcun?altra, previdente, si arma di fionde, coltelli e accette per guardare la tv) e sono alquanto intraprendenti: esplorano a fondo il loro piccolo mondo fatto di cassettiere, divani, tappeti, armadi, letti, librerie, e mettono a frutto qualsiasi cosa capiti a tiro ? scatole di cartone, piante, asciugacapelli, coltelli, cuscini, peluche, pettini, martelli, e tanti tanti animali, veri o immaginari. Con chirurgica precisione Heidelbach descrive gli spazi in cui le bambine vivono ? salotti, bagni, cucine, stanze essenziali senza adulti, in cui le bambine danno sfogo a tutta la loro creatività. E con pari meticolosità descrive gesti e mimiche, pettinature e vestiti tutti diversi e lontani dall?omologazione di marca. Le bambine di Heidelbach sono tutte riconoscibili l?una dall?altra, e ogni immagine racconta un?intera storia che ne svela il carattere, le aspirazioni, le contraddittorie, piccole e grandi crudeltà.