Questo volume restituisce alcune analisi sul volontariato del "secondo welfare" e, più in generale, sulle trasformazioni che il Terzo Settore ha attraversato nel corso degli ultimi decenni in Italia.
[...]
Sullo sfondo delle riflessioni proposte in queste pagine è posta la metamorfosi urbana e politica dell'Italia post-industriale, che moltiplica gli spazi marginali, quelli del disagio socio-economico, dei capannoni abbandonati e delle retoriche della riqualificazione, che vive la profonda crisi dei partiti politici e dei sindacati, producendo spaesamento e crisi identitaria. È su questo sfondo, infatti, che si sono determinate profonde trasformazioni sui diritti sociali e sulle vite di coloro i quali dedicano il quotidiano alla solidarietà, alla cooperazione e alla socialità, agendo tra le stringenti maglie del neoliberismo. Guidati, in particolare, dagli insegnamenti di Michel Foucault, Pierre Bourdieu, Robert Castel e Antonio Gramsci e restituendo i risultati di una ricerca empirica, si prova a rendere evidenti quei meccanismi attraverso i quali il lavoro volontario è tradotto in un obbligo morale al quale non ci si può sottrarre, pena la vergogna e lo sdegno sociale. Attraverso lo sguardo e le parole dei "volontari", incontrati in una delle molteplici aree periferiche del mondo a capitalismo avanzato, si ricostruiscono i passaggi dal welfare al workfare, dimostrando come ciò abbia contribuito all'istituzionalizzazione del volontariato, fino a trasformarlo in una tendenza giovanile di massa e favorendo, così, l'estensione di una figura ibrida, a metà strada tra il volontario puro e l'occupato retribuito. Prefazione di Diego Giannone.