Prima di compiere ventisette anni, Kwame Onwuachi, vincitore del James Beard Award, aveva già aperto — e chiuso — uno dei più chiacchierati ristoranti d’America, oltre ad aver avviato un’attività di catering con i soldi guadagnati vendendo caramelle in metropolitana. Figlio di un padre violento e di una madre cuoca, Onwuachi cresce nel Bronx, dove conosce la realtà delle gang e lo spaccio di droga.
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Da adolescente, viene spedito a vivere per quasi due anni con il nonno in un remoto villaggio della Nigeria per “imparare il rispetto”. Le difficoltà incontrate durante il college lo portano a un soffio dal baratro. Ma è l’amore per il cibo a salvare Kwame, che studia al Culinary Institute of America, la principale scuola del settore, e fa la gavetta nei migliori ristoranti stellati di New York, come il Per Se e l’Eleven Madison Park, fino a partecipare in TV a Top Chef. Onwuachi condivide la straordinaria storia della sua formazione culinaria in un memoir brutalmente onesto che intreccia temi sociali e cultura gastronomica, razzismo e riflessione sulle radici della cucina nera, e si inserisce nella tradizione ereditata da quel ‘Kitchen Confidential’ che ha consacrato Anthony Bourdain.