Per anni implorò la madre perché le regalasse un fratellino. Sperava che le venisse risparmiato il destino da futura regina britannica. Il suo sogno era vivere in campagna, circondata da bambini, cani e cavalli. Ma Elisabetta, giovane principessa, non si sottrasse al dovere e giurò davanti al proprio popolo che avrebbe dedicato l'intera vita al servizio del Regno Unito e del Commonwealth.
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A soli 25 anni, diventando regina dopo la prematura scomparsa del padre, re Giorgio VI, cominciò così il suo percorso da record: il regno più lungo e con il maggior numero di viaggi, strette di mano e discorsi rispetto a quello di qualunque altro monarca della Storia. A Elisabetta la strada per il trono si era aperta sotto l'egida della lettera D. Come Divorzio. Nel 1936 suo zio David, re Edoardo VIII, aveva deciso di sposare una donna americana pluridivorziata, Wallis Simpson, e - trattandosi di una scelta proibita per un sovrano - aveva dovuto abdicare. Dopo quello shock nazionale, la lettera D ha continuato a improntare il regno di Elisabetta che, nel tempo, ha assistito al divorzio della sorella Margaret, di tre dei figli e di un nipote. E ha vissuto abbastanza a lungo per vedere, come in una sorta di ciclo storico, un'altra divorziata americana, Meghan Markle, camminare lungo la navata al braccio di suo nipote Harry. Se il regno di Elisabetta è stato segnato dai divorzi, la sua vita privata è stata forgiata da un marito irascibile, da una madre stravagante, da un erede lamentoso e da un disonorevole secondogenito. Nell'inverno della sua esistenza, la regina ha dovuto fare da mediatrice nella guerra fra i nipoti William e Harry, che in passato erano stati inseparabili. Giunta oggi al Giubileo di Platino, come prima monarca britannica a regnare per settant'anni, durante la pandemia si è dimostrata il volto rassicurante della speranza e dell'ottimismo. La nonna della Nazione.