Latemar, Catinaccio, Sassolungo, Marmolada, Sella. Basta l'elenco dei massicci che la circondano per spiegare che la Valle di Fassa, scavata nei millenni dall'Avisio, si apre nel cuore delle Dolomiti. In Trentino, ma a due passi dall'Alto Adige e dal Veneto, la valle di Canazei, di Moena e di Vigo ha visto nascere un secolo e mezzo fa l'escursionismo e l'alpinismo.
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Più tardi, alle attività estive, si sono aggiunti lo sci di fondo (con la celebre Marcialonga) e lo sci di pista che ha arricchito e trasformato la valle. Oggi, in Valle di Fassa, gli alpinisti possono fare la coda sulle Torri del Vajolet e del Sella, ma trovano itinerari solitari sul Piz Ciavazes, sul Catinaccio e sulle compatte pareti dei Monzoni. D'inverno gli sciatori possono scegliere tra un centinaio di piste, incluse quelle della famosa Sella Ronda. Chi preferisce camminare ha a disposizione gli affollati itinerari che si snodano ai piedi del Sassolungo e del Catinaccio o sull'altopiano del Sella. Offrono atmosfere più solitarie i percorsi intorno al Passo San Pellegrino e in Valle dei Monzoni e quelli di Cima Bocche e del Latemar. Una sessantina tra rifugi e bivacchi accoglie per uno spuntino o per la notte. Chi preferisce percorsi più impegnativi può salire a panoramiche vette come lo Schenon del Latemar, la Cima Scalieret e il Boè, o affrontare alcune delle più celebri ferrate dei Monti Pallidi. Questi percorsi, da affrontare con esperienza ed equipaggiamento corretti, conducono alla Roda di Vael e al Sassopiatto, a Passo Santner e al Catinaccio d'Antermoia, sulle creste di Costabella o sulla cima della Marmolada. I comodi sentieri che si svolgono a quote più basse consentono di scoprire la civiltà dei Ladini, raccontate in modo affascinante nel Museum Ladin di Vigo di Fassa. Ai piedi della Marmolada e intorno al Passo San Pellegrino, itinerari di varia difficoltà (il Sentiero Bepi Zac è una facile ferrata) consentono di scoprire gallerie e postazioni della Grande Guerra, restaurate con passione dall'associazione "Sul fronte dei ricordi" di Moena. Nelle zone più tranquille, ma anche lungo i sentieri più noti, si possono avvistare l'aquila, il cervo, lo stambecco e il camoscio, ma anche il muflone introdotto a scopi venatori sui Dirupi di Larsec e in altre zone. Il lupo, che si è riaffacciato sulle Dolomiti da qualche anno, è molto difficile da vedere. Ci vuole poco, percorrendo la Valle di Fassa e i suoi sentieri, per capire che ci si trova in uno dei luoghi più belli delle Alpi. Come altre zone delle Dolomiti, la valle e le sue cime sono state giustamente inserite dall'UNESCO nell'elenco dei luoghi più significativi della Terra. È un riconoscimento prestigioso, ma anche un invito a non snaturare questa bellezza aggiungendo nuovi e deturpanti impianti di risalita ai tanti già a disposizione degli sciatori. Introduzione di Stefano Ardito.