Sebbene esclusa dal mercato editoriale, la poesia continua a diffondersi in forme private e però proprio per questo confermando il suo ritratto retrogrado e insopportabile di emozione pura o linguaggio dell'anima. Si tratta di una vera e propria "intossicazione" che tocca disparati livelli culturali e spesso personaggi insospettabili (venerabili, camorristi, ex-ministri ecc.).
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E, purtroppo, quanti sono presi dal "bacillo lirico" presentano come sintomo principale quello di non voler assolutamente guarire. Questo succinto manualetto non si limita a stilare una diagnosi del fenomeno, ma - dopo aver passato in rassegna anche i suggerimenti dei classici - arriva a proporre una cura, ispirata alla disintossicazione dalle droghe, per cui si procede progressivamente attraverso forme meno dannose, per guarire dalla poesia scrivendo poesia, in soli otto giorni. Il risultato non è garantito, ma si spera almeno che conduca a un miglioramento, se non altro a una maggiore consapevolezza e a una minore faciloneria.