La società contemporanea vede e racconta l'adolescenza come un periodo di grande confusione e turbolenza. E in effetti di confusione ce n'è tanta, scrive Laurence Steinberg, ma solo negli occhi di chi i ragazzi li osserva e giudica superficialmente.
[...]
Uno sguardo lucido e costruttivo deve invece partire da un assunto fondamentale, che però finora è stato quasi del tutto ignorato al di fuori della comunità scientifica: il cervello degli adolescenti è connotato a livello fisico da una plasticità (la possibilità cioè di essere plasmato dall'esperienza) simile a quella del cervello dei neonati. Questo significa cambiare radicalmente segno alla lettura che diamo di questi anni così cruciali: non l'età del rischio, non gli anni a cui cercare di sopravvivere in qualche modo, bensì l'età delle grandi opportunità, che hanno però bisogno di essere riconosciute e stimolate per potersi esprimere al meglio.