Fuochi perché sono parole, le sue, capaci di bruciare la fisicità delle pagine dei quotidiani e trasformarsi in passaggi di racconto, disvelatore e ironico allo stesso tempo.
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Fuochi sono gli incontri dell'autore con i personaggi della politica, del giornalismo, della società - da Norberto Bobbio a Eugenio Seal fari - dai quali emerge un mosaico più complesso di quello che esegeti o detrattori si ostinano a comporre. Fuochi sono i racconti, le pillole, gli aneddoti sparsi che si fanno apologhi e ci aiutano a capire di che razza sono i tempi nostri. Fuochi non possono che essere, infine, anche le parole sulla destra italiana: un luogo che non è più dimora verticale di spirito ma un carro consegnato a vagare nell'orizzontalità. Sotto la mano di Buttafuoco, l'Italia e il mondo si fanno tela su cui imprimere e graffiare. E il risultato, per forza di cose e per natura dell'autore, non può che essere incendiario.