Cosa succede se una donna gelosa della propria indipendenza, con "sane" inclinazioni ossessivo-compulsive per l'ordine e la pianificazione, rimane incinta? Oltretutto dopo che le è stata diagnosticata l'impossibilità di concepire un bambino? Non può che lanciarsi con entusiasmo in quella che il mondo intero definisce la più grande esperienza della vita.
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Per nove mesi Deborah coltiva le più rosee aspettative, annota sogni e bisogni sulla sua agenda e cede al richiamo della temibile Sindrome del Mulino Bianco. Ma ecco il fatidico momento del ritorno a casa dall'ospedale, quando, turbata da inaspettate sensazioni, digita su Google le parole chiave "maternità + pianto incontrollato + avrei voluto non essere mai nata" e scopre di soffrire di Dpp, depressione post-parto. Incapace di provare sentimenti per sua figlia e terrorizzata all'idea di non essere mamma nel Dna, Deborah si ritroverà alle prese con un viscido serpentello - proiezione mentale del suo malessere - che le strapazzerà i neuroni mostrandole un lato oscuro della maternità fatto di angosce e paure. Dopo impervie riflessioni, faticose conquiste dei ritmi quotidiani, melodrammatiche ma benefiche sedute terapeutiche e la scoperta del mondo delle mamme online, Deborah sperimenterà nuove dimensioni e prospettive di questa irripetibile dis( avventura), ma soprattutto capirà, grazie a una bizzarra catarsi, che anche lei di materno ha molto più del latte.