Il primo ricordo di Kang Zhengguo coincide con il trionfo di Mao e del Partito Comunista Cinese. Per lui, figlio di un proprietario terriero e nipote di un industriale diventato monaco buddista, crescere e studiare nel nuovo paese guidato dal Grande Condottiero non sarà esattamente uno scherzo.
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Mentre la Cina si sforza di compiere il "grande balzo in avanti", tra industrializzazione forzata e carestie devastanti, Zhengguo si appassiona ai romanzi cavallereschi e alla poesia epica classica e per questo è guardato con sospetto da compagni e insegnanti come un elemento individualista e reazionario. Espulso dall'università e bollato come criminale, Zhengguo si troverà deportato al malfamato Mattonificio Numero Due di Xi'an, le fornaci del campo di lavoro. Qui, assieme alla "feccia disoccupata della società", comincerà il suo "cammino di rieducazione" che lo porterà ad attraversare la Cina in lungo e in largo. Isolato dalla propria famiglia che lo vede come un disonore, il "soggetto antisociale" Kang Zhengguo attraversa la storia del suo paese fino a oggi con la quotidianità, intersecando la rivoluzione culturale con la difesa di frutteti di pere dai corvi, il fumo delle sigarette Diamante Albanese con la morte di Mao, l'amore tra templi in rovina e fiori di pesco con il controllo poliziesco e la delazione.