Trenta racconti, una pagina, un finale imprevedibile. Ha scritto Giampaolo Rugarli: «Racconti in pillole per uomini bonsai: dove altri scriverebbero un romanzo breve, Romagnoli costringe i materiali di narrazione nello spazio di trenta righe, poco più o poco meno... con sorprendente ricchezza e ancor più sorprendente compiutezza.
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Due sono i filoni che sollecitano la sua ispirazione : il primo un po' fiabesco, magico, non-sensical, che a volte si traduce in belle sortite poetiche; il secondo (preminente) beffardo e tragico, poiché avvenimenti che sembrano color di rosa rivelano , ali ' epilogo, il loro vero volto lugubre e sanguinolento. Romagnoli sa di essere un narratore nato, e tuttavia imbriglia il suo istinto in pillole... almeno per un terzo, i suoi racconti sono capolavori in pillole ».