Giovanni Verusio, tranquillo avvocato, ha il pallino del viaggio: la malattia l'ha contratta con la prima spedizione in Asia, effettuata nel 1960 sugli altipiani dell'Hindu Kush in missione scientifica con un professore dell'università, e da allora non l'ha più abbandonato.
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In qualche decennio, e sempre utilizzando il tempo canonico della chiusura degli uffici giudiziari (agosto e metà settembre), Verusio è riuscito a viaggiare in tutto il mondo: Borneo, Perù, Sudan, Thailandia, Brasile e persino al Polo Nord. Sempre, rigorosamente, al di fuori dei circuiti turistici e sempre con in mente una curiosità da soddisfare, un luogo da raggiungere, un'indagine da effettuare. Perché un serio e posato signore decide di passare le sue vacanze in posti selvaggi e pericolosi, sottoponendosi al rischio di guai e infezioni, dovendo adattarsi a condizioni terribili per mangiare, dormire, spostarsi? Con un senso dell'umorismo pacato ma costante e uno sguardo sul mondo mai banale, Verusio ci racconta un giro del mondo esotico ma familiare, sulle orme di personaggi mitici e storie affascinanti.